L’importanza dell’integrazione alimentare per un intervento tempestivo sui sintomi legati al climaterio. Quali sono i principali supplementi con azione sugli estrogeni, ne parla Lara Testai Professoressa di Farmacologia sulla rivista Farmacia News
La menopausa segna nella vita di una donna la fine del periodo di fertilità, ma anche l’inizio di una serie di sintomatologie che riducono in modo significativo la qualità della vita. Inoltre, il calo dei livelli di estrogeni apre le porte verso alterazioni sistemiche molto più preoccupanti, quali, per esempio, l’aumento del rischio cardiovascolare e l’osteopenia. L’insieme di queste condizioni contribuisce a peggiorare la qualità della vita, ma anche ad aumentare la probabilità di patologie croniche, che necessitano di trattamenti farmacologici.
Non solo approccio convenzionale
Appare quindi chiaro quanto sia importante, in questa fase della vita della donna, intervenire limitando un brusco calo di estrogeni. La terapia ormonale sostitutivasi inserisce perfettamente in questo contesto. Tuttavia, essa è stata associata a numerosi effetti collaterali, anche gravi, che ne limitano molto la compliance. Molte donne rifiutano tale approccio convenzionale e, dunque, possono essere delle valide alternative degli interventi integrati. Una supplementazione dietetica permette di gestire i sintomi prima che si delineino le condizioni di morbidità.
Isoflavoni della soia
In primis, gli isoflavoni presenti nella soia e in generale nei vegetali della famiglia delle Leguminoseae rappresentano una valida alternativa alle cure convenzionali. La somiglianza strutturale con gli estrogeni ben spiega il loro comportamento di agonisti parziali verso i recettori estrogenici. Dati epidemiologici dimostrano che una dieta ricca in vegetali di questa famiglia è associata a un più basso impatto dei sintomi del climaterio.
I risultati di metanalisi confermano che l’integrazione della dieta con isoflavoni può limitare la severità e la frequenza delle vampate di calore, ma anche intervenire positivamente sulla salute delle ossa e cardiovascolare.
Il trifoglio rosso
Una possibile alternativa alle Leguminoseae è il trifoglio rosso, in quanto contiene isoflavoni (formononectina e biocanina A) già in forma agliconica che, subendo metabolismo epatico, vengono convertiti in metaboliti attivi. Generalmente integratori a base di trifoglio rosso vengono consigliati alla dose di 80 mg/die per la gestione dei sintomi vasomotori. È da sottolineare che, oltre agli isoflavoni (gliciteina, daidzeina e genisteina), mostrano un profilo estrogeno-like anche cumestani e lignani, presenti anch’essi nei vegetali, in special modo nei cereali e nelle crucifere.
Le controindicazioni
Generalmente i nutraceutici a base di fitoestrogeni sono tollerati meglio dalle donne rispetto alle terapie convenzionali.
Articolo di FarmaciaNews