L’inizio di settembre segna per quasi tutti il rientro alla quotidianità dopo la pausa vacanziera. Per rendere meno traumatico il ritorno alla routine, alcuni consigli da rivolgere al paziente/cliente dal professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna
Il ritorno alla routine quotidiana dopo le vacanze estive è di per sé traumatica. E l’inizio di settembre segna per quasi tutti lo spartiacque tra relax e ripresa degli impegni scolastici e lavorativi.
L’organismo ha bisogno, tuttavia, di un reset graduale per evitare un eccessivo stress. Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna, spiega come fare a rendere la ripresa meno traumatica.
Acclimatarsi progressivamente al cambio di scenario
Il rientro non può essere troppo impattante, quasi si trattasse di un pulsante da riaccendere. Per favorire una ripresa in salute, è come se l’organismo avesse necessità di una camera di decompressione.
«Dopo il riposo estivo – ha chiarito il professor Sesti – bisogna dar tempo all’organismo e alla nostra psiche di “acclimatarsi” al cambio di scenario, rientrando nella routine un po’ per volta. Per questo sarebbe ideale rientrare a ridosso del fine settimana o prendere ancora un paio di giorni di ferie prima di tornare al lavoro, per abituarsi poco per volta al cambiamento di abitudini di vita e fare un po’ d’ordine dentro e fuori di sé».
Riprendere il ritmo, a partire dal sonno
Nel rientro dalle vacanze il sonno è un aspetto sovente trascurato, ma di grande importanza per la salute. «Dopo un periodo passato a tirar tardi la sera, alzandosi con il sole già alto o frammentando il sonno in una serie di pisolini sotto l’ombrellone o all’ombra degli alberi, è necessario mettere un po’ di ordine e tornare a garantire il ritmo giusto ai nostri ormoni e neuro-ormoni.
GH (ormone della crescita), melatonina, cortisolo, leptina e ghrelina hanno tutti un loro ritmo circadiano (cioè un pattern di produzione/secrezione che varia nelle 24 ore), strettamente connesso con il sonno.
Tagliare le ore di sonno (l’ideale da adulti sarebbe dormire 7-8 ore per notte) o trascurare l’architettura e l’igiene del sonno nel lungo periodo, infatti, possono avere ricadute importanti sulla salute cardio-vascolare e sul metabolismo, facilitando la comparsa del sovrappeso e peggiorando il controllo del diabete e dei lipidi.
Un must inderogabile della rentrée è, dunque, quello di recuperare le ore di sonno perso (il “jet-lag” dell’estate) e fare un po’ d’ordine nel ritmo sonno-veglia, cercando di andare a letto sempre alla stessa ora e dormendo almeno 7-8 ore di fila».
Proseguire con l’attività fisica
Il periodo vacanziero è generalmente associato a una maggiore attività fisica, sia che si tratti di passeggiate in montagna, nelle città d’arte o di nuotate al mare o in piscina, complice anche il maggior tempo a disposizione. Tuttavia, l’ideale sarebbe portare avanti queste buone abitudini anche con il rientro.
«Gli smart watch che registrano i “passi” e le calorie consumate al giorno, rappresentano un valido strumento motivazionale. Teniamoli d’occhio». Ma non solo. «Passando da un periodo più “attivo”, a una condizione più sedentaria – ha proseguito il professor Sesti – raccomandiamo particolare attenzione alle persone con diabete.
Il compenso della glicemia migliora con l’attività fisica, ma se improvvisamente si mettesse un freno a nuotate o passeggiate, potrebbe essere necessario un adeguamento del trattamento, da verificare con il proprio medico, per non incorrere in un aumento dei valori glicemici».
Tornare a una sana alimentazione
Con il ritorno alla routine, il professore ha sottolineato l’importanza di riprendere sane abitudini alimentari lasciandosi alle spalle i piccoli sgarri eccessivi che, complice la maggiore sedentarietà, potrebbero far salire subito l’ago della bilancia.
«È necessario tornare appena possibile a un’alimentazione più sana e controllata, povera di grassi, sale e calorie provenienti da alimenti poco salutari e di scarso valore nutritivo».
Occhio alla pressione e alla depressione
Per gli ipertesi il periodo estivo, con l’innalzamento delle temperature, rappresenta un periodo estremamente favorevole, tanto che il medico in genere suggerisce una riduzione dei dosaggi della terapia antipertensiva.
«Con l’arrivo dei primi freddi e dei temporali di fine estate, soprattutto nel caso di repentini abbassamenti della temperatura, può accadere che la pressione aumenti rapidamente e in modo non trascurabile. Per questo è necessario controllarla con maggior attenzione e regolarità in questo periodo di transizione, avvertendo subito il medico curante nel caso in cui superi stabilmente i 140/90 mmHg, per fare un tempestivo reset autunnale della terapia».
Da non dimenticare, infine, la depressione che si accompagna alla fine dell’estate, soprattutto per i più anziani. L’estate rappresenta per molti “over” un periodo caratterizzato da maggiore socialità, grazie a periodi condivisi con figli e nipoti.
Il ritorno alla routine fatta di solitudine può essere molto impattante. «Un anziano depresso, si trascura in tanti modi, dall’alimentazione, alla scarsa aderenza alle terapie ed è spesso vittima di insonnia. Tutti aspetti da non trascurare e un motivo in più di riflessione sull’organizzazione familiare» ha concluso il Presidente SIMI.
Articolo di FarmaciaNews – Elena D’Alessandri