La menta piperita, in estratto e come olio essenziale, ha dimostrato effetti antiossidanti, antinfiammatori, antimicrobici e cardioprotettivi. Un aggiornamento della ricerca sulla rivista Molecules
La menta piperita (Mentha × piperita, Lamiaceae) è una pianta aromatica perenne originaria dell’Europa e coltivata in molte parti del mondo, spesso consumata come tisana monoingrediente.
La ricerca ha dimostrato le proprietà antiossidanti, antimicrobiche, antineoplastiche, antivirali, antiallergiche, antinfiammatorie, antipertensive dell’olio essenziale e dell’estratto.
I principali componenti sono steroidi, flavonoidi, glicosidi, terpenoidi e acidi fenolici. Una recente ricerca ha esaminato il profilo chimico, le attività biologiche e gli aspetti della standardizzazione dell’OE e degli estratti di menta piperita.
L’OE, ricavato dalle parti aeree della menta piperita, è un olio da incolore a giallo chiaro o verdastro con un aroma fresco. Il profilo chimico comprende a-pinene, ß-pinene, sabinene, mircene, cis-ocimene, ß-cariofillene, gamma-terpinene, germacrene D, carvone, L-mentolo, L-mentone, isomentone, mentil acetato, eucaliptolo (1, 8-cineolo), mentofurano, limonene, pulegone e neoisomentolo.
L’OE con un contenuto più elevato di mentolo e mentone e un contenuto inferiore di mentofurano e pulegone è considerato di migliore qualità.
Gli studi in vitro e in vivo
Diversi studi hanno esaminato il profilo chimico della menta piperita tramite gascromatografia-spettrometria di massa e gascromatografia-ionizzazione di fiamma, mostrando come il contenuto di mentolo vari a seconda della specie di menta. Ad esempio, le piante giovani contengono concentrazioni più elevate di mentone rispetto al mentolo.
I livelli di mentolo aumentano notevolmente durante il periodo di fioritura, quelli di mentone diminuiscono dopo la fioritura mentre il contenuto di mentofurano e pulegone è più abbondante durante la fase di fioritura. La ricerca ha indicato che il mentofurano e il pulegone mostrano epatotossicità. Le assunzioni massime giornaliere di mentofurano e pulegone sono state stabilite come segue: mentofurano in alimenti e bevande ≤ 20 mg/kg, bevande alcoliche aromatizzate alla menta piperita ≤ 100 mg/kg, dolciumi 200 mg/kg e gomme da masticare ≤ 1000 mg/kg.
Diversi studi hanno valutato l’attività antinfiammatoria della menta piperita: si è visto che gli estratti di menta piperita e l’OE riducono le citochine proinfiammatorie, tra cui il fattore di necrosi totale alfa (TNF-a), l’interleuchina 1b e 6, l’ossido nitrico (NO) e la prostaglandina E2.
Negli animali una crema topica contenente OE di menta piperita ha migliorato significativamente la guarigione delle ferite, inclusa l’epitelizzazione, la popolazione di fibroblasti e la deposizione di collagene. Alcuni studi hanno attribuito al mentolo attività cicatrizzanti e antiedematogene.
La ricerca suggerisce, inoltre, che le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie dell’OE di menta piperita contribuiscono ai suoi effetti immunomodulatori in modo dose-dipendente. L’attività analgesica è stata testata su modelli animali; l’OE di menta piperita è risultato efficace in modo dose-dipendente, ma non sono state osservate differenze significative tra l’OE e il farmaco di riferimento.
Sono state segnalate anche attività antimicrobiche e antivirali degli estratti e dell’OE di menta piperita contro il virus respiratorio sinciziale in cellule epiteliali umane (HEp-2).
Diversi studi hanno dimostrato che l’OE di menta piperita ha proprietà antibatteriche contro Staphylococcus aureus ed Escherichia coli e attività antifungina contro Candida albicans; la menta piperita è apparsa più efficace contro i batteri gram-positivi rispetto a quelli gram-negativi.
Secondo due studi l’OE di menta piperita esplica un’attività antineoplastica, relativamente debole rispetto agli estratti acquosi, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare gli effetti antineoplastici e citotossici sia degli estratti che dell’OE.
La ricerca sull’uomo
I preparati di menta piperita hanno mostrato attività ipotensivante, vasorilassante e antipiastrinica nell’uomo. In particolare un piccolo studio (25 soggetti di età 18-45 anni) ha mostrato che l’assunzione di succo di menta piperita due volte al giorno per 30 giorni riduce i valori di glicemia (41,5%), colesterolo totale (66,9%) e LDL (52,3%), trigliceridi (58,8%) e delle transaminasi GOT e GPT, aumentando il colesterolo HDL (52%). Nel 52% dei partecipanti è stata riscontrata anche una riduzione della pressione arteriosa, nel 43,8% un calo ponderale e nel 48,7% una riduzione dell’indice di massa corporea.
La menta piperita ha dimostrato effetti antiossidanti, antinfiammatori, antimicrobici e cardioprotettivi e si candida come una risorsa promettente per lo sviluppo di prodotti salutistici per queste condizioni.
Articolo di L’Erborista