Le foglie di timo, secondo una ricerca condotta su un gruppo di studenti universitari giordani, rafforzano la memoria prospettica e retrospettiva, alleviano ansia e depressione migliorando anche la qualità del sonno
Piccolo arbusto molto aromatico, il timo (Thymus vulgaris L., famiglia delle Lamiaceae) è comune nelle aree costiere e collinari del Mediterraneo. È il nome stesso di questa pianta a informarci del suo impiego più antico in Grecia: “thymos” deriva infatti da “thyos”, legno che diffonde un odore piacevole quando viene bruciato, e dal verbo “thuo”, ossia offrire un sacrificio agli dei. I Greci, infatti, si servivano del timo come incenso, non solo perché aveva un odore gradevole, ma anche perché gli erano attribuite proprietà antisettiche.
Quest’ultima qualità gli viene riconosciuta da sempre nell’area da cui la pianta proviene: gli Egizi e gli Etruschi lo utilizzavano nei preparati per imbalsamare i defunti. In Marocco e in Tunisia si impiega tuttora un decotto di timo nell’olio di oliva per detergere le ferite, mentre secondo il medico francese Armand Trousseau, vissuto nel XIX secolo, questa pianta aromatica “era il nemico delle tossine”.
Sono numerose le virtù attribuite tradizionalmente al timo: è considerato antispastico e carminativo, utile nella digestione e contro l’atonia intestinale, l’inappetenza e le gastriti. Stimola, inoltre, il sistema nervoso e favorisce l’eliminazione delle tossine tramite sudore e urine. Le sue proprietà antisettiche lo rendono utile anche nei raffreddori, nelle bronchiti e in alcune forme reumatiche.
Le analisi chimiche e la scienza recente stanno via via confermando alcune attività tradizionali e ne fanno emergere delle nuove.
Lo studio: i dettagli
In particolare, un recente studio controllato e randomizzato ha valutato gli effetti della somministrazione orale di foglie di timo su memoria, ansia, depressione e qualità del sonno in un gruppo di studenti universitari giordani tra 19 e 23 anni.
Vi hanno partecipato 106 studenti che sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi: un gruppo sperimentale (o di trattamento) e un gruppo di controllo.
Il primo gruppo ha ricevuto capsule di polvere di foglie essiccate di Thymus vulgaris (500 mg capsule), due volte al giorno; il secondo gruppo ha ricevuto un placebo (capsule contenenti amido). Il periodo di intervento è durato un mese.
Le prestazioni della memoria (sia prospettica sia retrospettiva) dei partecipanti, i livelli di ansia e depressione e la qualità del sonno sono stati valutati utilizzando scale validate come il Prospective and Retrospective Memory Questionnaire (PRMQ), la Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) e il Pittsburgh Sleep Quality Inventory (PSQI) all’inizio dello studio e dopo un mese di intervento.
I risultati hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa nei punteggi di tutte le scale e sottoscale prese in esame – ad eccezione delle componenti latenza del sonno e durata del sonno del Pittsburgh Sleep Quality Inventory – nel gruppo che ha ricevuto foglie di Thymus vulgaris rispetto al gruppo di controllo.
Le foglie di timo, secondo questa ricerca, contribuiscono a migliorare la memoria prospettica e retrospettiva, ad alleviare ansia e depressione migliorando anche la qualità del sonno e dunque nell’insieme la qualità di vita.
I ricercatori sottolineano anche l’assenza di effetti collaterali correlati all’assunzione del timo, che si può dunque considerare un intervento ben tollerato, confermando il profilo di sicurezza di questa pianta come rimedio di origine naturale anche per alcuni problemi della sfera cognitiva e mentale.
Articolo di L’erborista