L’attività di tatuarsi è una pratica che consiste nell’esecuzione di un segno, o di un disegno, permanente sulla pelle (il tatuaggio) mediante l’iniezione di inchiostri, costituiti da coloranti o pigmenti e altri ingredienti, nel derma, lo strato più profondo della pelle.
La pratica del tatuaggio è molto comune anche in Italia ed è considerata invasiva, essendo una procedura che comporta la penetrazione dell’inchiostro attraverso un ago all’interno di un tessuto. I dati relativi alla sua diffusione nella popolazione italiana sono disponibili sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità
Quando si decide di sottoporsi a un tatuaggio è di fondamentale importanza rivolgersi ad un tatuatore qualificato, in possesso dell’attestato di frequenza di uno specifico corso di formazione regionale e che operi nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari previsti dalle “Linee guida del Ministero della Sanità per l’esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza” (Circolari del Ministero della Sanità n. 2.9/156 del 5.02.1998 e n. 2.8/633 del 16.07.1998).
Le tipologie di tatuaggio:
- tatuaggio artistico, con sola funzione decorativa
- tatuaggio con finalità medica, utilizzato per coprire condizioni patologiche della cute e restituire l’aspetto di una pelle sana oppure come complemento agli interventi di chirurgia ricostruttiva: ad esempio, nelle ricostruzioni mammarie per definire l’areola del capezzolo: la penetrazione degli aghi è meno profonda rispetto al tatuaggio artistico e i pigmenti sono specificamente selezionati
- trucco permanente o PMU (Permanent Make Up), ossia una particolare applicazione del tatuaggio utilizzata per simulare il trucco: ad esempio, il tatuaggio della palpebra (blefaropigmentazione), dell’arcata sopraccigliare e del contorno delle labbra. Anche in questo caso la penetrazione degli aghi è meno profonda rispetto al tatuaggio artistico e i pigmenti sono specifici
- tatuaggio post traumatico, riconducibile alle conseguenze di un trauma o di un incidente: delle sostanze pigmentate rimangono intrappolate sotto la pelle e danno luogo a piccole macchie o linee di colore blu o nero
Esistono anche i cosiddetti “tatuaggi temporanei”. Sono realizzati applicando il pigmento (ad esempio l’henné, un colorante di origine naturale) sulla superficie della pelle senza l’uso di aghi. In pratica costituiscono un vero e proprio dipinto. Il disegno ha una durata breve e tende a scomparire con il passare del tempo non solo per la scoloritura dovuta alla luce e ai lavaggi ma anche al ricambio delle cellule dell’epidermide.
Articolo di ISSalute