A volte chiamati anche piaghe da decubito, i calli del gomito del cane sono il risultato di un meccanismo di difesa del suo organismo, che cerca di proteggere l’osso (ulna) da continue sollecitazioni da contatto.
Appoggiandosi infatti su superfici dure, il cane esercita una pressione continua sui gomiti, e questo a lungo andare comporta un lento e progressivo ispessimento della pelle per proteggere l’osso sottostante.
Come risultato della pelle ispessita, il pelo frequentemente cade e la superficie diventa ruvida.
Cemento e superfici dure (e magari sporche) sono quanto di peggio ci possa essere per il gomito di un cane.
Pavimenti in legno e moquette (più morbidi e più lisci) sono invece più indicati, e rallentano notevolmente la formazione di questi calli. Tuttavia, nel tempo qualsiasi superficie ha il potenziale di logorare il gomito e creare un callo.
Le razze grandi, pesanti o giganti sono più inclini ai calli del gomito, dato che il peso che si esercita su quella parte del corpo è notevole. Al contrario, le razze con un pelo molo folto, hanno meno problemi di callosità al gomito poiché il loro spesso strato ammorbidisce il colpo del gomito sul terreno.
I calli del gomito non sono solo provocano fastidio al cane e sono sgradevoli alla vista, ma in alcuni casi posso favorire l’insorgere di ulcere e infezioni, senza contare che possono rompersi e sanguinare. Anche se non è sempre possibile guarire completamente, ci sono dei rimedi da mettere in pratica che possono aiutare a lenire e mitigare l’effetto dei gomiti ruvidi del tuo cane:
- Lenire e idratare il callo con una pomata antibiotica o una pomata emolliente. Ci sono buoni prodotti sul mercato progettati specificamente per lenire e idratare il gomito di un cane. Fatevi consigliare dal vostro veterinario.
- Assicurati di fornire al tuo cane un letto morbido e comodo in più punti della casa: ai cani spesso piace essere vicino a noi, quindi uno dei posti migliori dove piazzare una cuccia è nella stanza dove trascorriamo la maggior parte del tempo.
Articolo Dott.ssa Elisa Buttafava