L’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori è caratterizzata da un ampio spettro di sintomi. L’estratto di Ruscus aculeatus ha proprietà flebotoniche
L’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori è caratterizzata da un ampio spettro clinico che va da problemi asintomatici ma estetici a sintomi gravi. Ciò include le teleangectasie (o vene varicose), le vene reticolari, l’edema, la pigmentazione e/o l’eczema, la lipodermatosclerosi, l’atrofia bianca e l’ulcera venosa.
Trattamenti conservativi e chirurgici
Si tratta di un problema relativamente comune ma trascurato a causa di una errata valutazione dell’entità e dell’impatto della patologia, nonché del riconoscimento incompleto delle varie manifestazioni dei disturbi venosi primari e secondari. L’età avanzata, la storia familiare, la posizione eretta prolungata, l’obesità, il fumo, lo stile di vita sedentario, il trauma degli arti inferiori, la trombosi venosa, la presenza di una fistola artero-venoso, alti livelli di estrogeni e la gravidanza sono tutti fattori di rischio. A causa della natura del disturbo, il trattamento dei pazienti è un processo a lungo termine che copre un periodo di molti anni; inoltre, la malattia tende ad esacerbarsi con l’età. Il trattamento comprende sia le modalità conservative come la terapia laser delle vene varicose, la termoablazione e la scleroterapia, sia i trattamenti procedurali come gli interventi chirurgici intravascolari. I trattamenti si completano a vicenda senza che nessuno di essi sia curativo.
Proprietà flebotoniche degli estratti di rusco
In tempi recenti, un ruolo importante nella fisiopatologia dell’insufficienza venosa è stato attribuito ai recettori muscarinici. Le proprietà flebotoniche degli estratti di rusco sono ben note nonostante il meccanismo d’azione non sia chiaro. In passato, studi sperimentali hanno dimostrato che la somministrazione di estratti di rusco provoca una costrizione venosa senza avere alcun effetto sui diametri delle arteriole o sulla pressione arteriosa media. Secondo un recente studio, oltre ad esercitare effetti sui recettori adrenergici alfa1 e alfa2, l’estratto di Ruscus aculeatus L. svolge un ruolo significativo nella modulazione dei recettori muscarinici che contribuisce all’ampio spettro di azione dell’estratto, facilitando la comprensione degli effetti dei preparati in pazienti con insufficienza venosa cronica. Vale la pena notare che i recettori muscarinici sono coinvolti nelle risposte biologiche dei tessuti vascolari dei mammiferi: l’effetto del rusco sui recettori alfa-adrenergici è potenziato dall’effetto sui recettori muscarinici. Un indiscutibile vantaggio del fitocomplesso del rusco, dal profilo farmacocinetico ottimale ai fini vascolari, i cui componenti possiedono una notevole sinergia tra loro. Ruscogenina e neoruscogenina, i componenti più importanti, sono ben assorbiti dal tratto gastrointestinale avendo peraltro elevata biodisponibilità. A queste saponine steroliche sono attribuite proprietà antinfiammatorie, sono inibitori dell’elastasi e riducono la permeabilità dei vasi. Le saponine steroliche esercitano un effetto protettivo sul glicocalice, contribuendo ulteriormente all’effetto terapeutico. La vasocostrizione precapillare e l’anticoagulazione sono effetti supplementari importanti nei pazienti con malattie cardiovascolari.
L’importanza della permeabilità capillare e degli ioni Ca2+
È necessario richiamare l’attenzione sull’inibizione del rilascio di sostanze che aumentano la permeabilità vascolare come bradichinina, leucotriene B4 e istamina. L’attività antiedemigena dell’estratto di rusco deriva dalla riduzione della permeabilità capillare e dall’inibizione dell’aumentata filtrazione capillare dovuta all’attività dell’agente lesionante. Lo sviluppo di lesioni infiammatorie influenza significativamente la contrazione dei vasi linfatici, pertanto l’insufficiente drenaggio linfatico è responsabile dell’accumulo interstiziale di liquido che conduce all’edema cronico. Poiché è noto che gli ioni calcio svolgono un ruolo importante nella patologia, un recentissimo articolo evidenzia che uno dei più importanti effetti dell’estratto di rusco consiste nel condurre alla mobilizzazione di questi ioni. Vale la pena notare che le cellule muscolari linfatiche generano contrazioni ritmiche e possono anche reagire a neurotrasmettitori come acetilcolina, serotonina, noradrenalina ed endotelina-1: tutti questi meccanismi portano al rilascio di Ca2+ citosolico. L’aumento della frequenza delle contrazioni è favorito anche dai recettori muscarinici sulle cellule della muscolatura liscia linfatica. Il rusco, quindi, aumenta i livelli di calcio citosolico; la mobilizzazione del calcio è il principale segnale che scatena le contrazioni muscolari, il che a sua volta spiega l’attività nell’insufficienza veno-linfatica degli estratti nell’uomo. Nel caso degli estratti di rusco, il meccanismo d’azione si adatta alla fisiopatologia dell’insufficienza venosa cronica per cui dovrebbe essere, conclude lo studio, il rimedio favorito per il trattamento sintomatico.
Articolo di Fabio Milardo – Farmacista33