I vegani sono un gruppo di popolazione crescente con esigenze particolarmente complesse, non solo sotto il profilo nutrizionale. La preparazione galenica di vitamina D3 per vegani può rispondere a esigenze speciali offrendo dosaggi e forme farmaceutiche personalizzate, specialmente quando l’assunzione della vitamina diventa una necessità terapeutica individuata dal medico e codificata in una prescrizione ad hoc.
Astenendoci da giudizi d’ordine etico, rimarchiamo che nella sua declinazione più integralista questa filosofia di vita si traduce in un’attenzione molto alta per evitare non solo i tradizionali nutrienti d’origine animale, ma anche tutti quei prodotti che comportino l’utilizzo di derivati animali in qualche fase del processo produttivo.
I vegani devono ricorrere all’assunzione di integratori o prodotti farmaceutici per compensare le inevitabili carenze nutrizionali; tra queste quella di vitamina D3 (colecalciferolo) pone un problema aggiuntivo, perché la materia prima standard è rifiutata da molti di loro, edotti del fatto che viene ottenuta per conversione con raggi UV del 7-deidrocolesterolo estratto dalla lanolina. I vegani stretti, dunque, contano solo sull’assunzione di vitamina D2 (ergocalciferolo) l’unico precursore inattivo della vitamina D presente negli alimenti vegetali, che non è bioattivato al metabolita attivo finale, il calcitriolo, con la stessa efficienza del colecalciferolo. La D2 ha meno d’un terzo della potenza del corrispondente precursore animale e una durata d’azione sensibilmente inferiore (L. A. G. Armas, B. W. Hollis e R. P. Haney “Vitamin D2 is much less effective than vitamin D3 in humans”. J Clin Endocrinol Metab 89: 5387–5391, 2004).
Il ruolo fisiologico della vitamina D
La vitamina D è indispensabile per il metabolismo del calcio e del fosforo, la mineralizzazione ossea e l’assimilazione di vitamina A e la sua carenza causa rachitismo, osteomalacia e osteoporosi; suoi recettori si trovano anche in altri distretti anatomo-funzionali e ne mediano i numerosi effetti extra-scheletrici. Con diversi livelli di evidenza scientifica sappiamo, tra l’altro, che essa: favorisce la contrazione e il trofismo muscolare, contrasta il diabete e la sindrome metabolica, stimola il sistema immunitario diminuendo l’incidenza di infezioni e di alcune malattie auto-immuni della pelle, è un fattore di protezione cardio-vascolare e sembrerebbe collegata a un minore rischio di sviluppare certi tipi di neoplasie.
Il VNR negli adulti è 200 UI ricavabile dai precursori dietetici inattivi e con l’esposizione diretta alla luce solare che nella pelle trasforma il 7-deidrocolesterolo in D3. Il valore attualmente raccomandato è considerato troppo basso da ampia parte della comunità scientifica tant’è vero che la dose massima giornaliera consentita negli integratori è stata portata, l’anno scorso, da 25 a 50 µg. Anche in un Paese mediterraneo come l’Italia si stima, infatti, che d’inverno grandi percentuali di popolazione sana, specialmente nelle aree del Nord con meno irradiazione solare, siano a rischio d’ipovitaminosi D. Secondo le linee guida Siomms gli adulti dovrebbero assumere 1.500-2.300 UI al giorno di vitamina D e l’integrazione nutrizionale è fortemente raccomandata, d’inverno, soprattutto nei bambini, negli anziani, nei vegani e vegetariani (in questi soggetti il rischio è moltiplicato).
Vitamina D3 da fonti vegetali
Da un po’ di tempo sono disponibili sul mercato vitamine D3 ottenute da fonti 100 % vegetali, che possono essere tranquillamente assunte anche dai vegani più osservanti, perché certificate in tal senso. Alcune si ottengono per foto-conversione UV di precursori presenti nei fitosteroli mentre altre, quelle più conosciute, vengono purificate da certe specie di licheni (Cladonia rangiferina o Cetraria islandica ).
I licheni possono contenere elevate quantità di colecalciferolo facilmente estraibile con alcool puro, senza bisogno di usare solventi tossici; l’estratto alcolico viene decolorato con carbone attivo vegetale, concentrato sotto vuoto e poi diluito in olio d’oliva per ottenere una soluzione oleosa di vitamina D3 a titolo variabile (si va da 400.000 a 1 milione di UI/g). Adsorbendo queste soluzioni su maltodestrine o altri supporti inerti si ottengono le D3 in polvere, solitamente con attività 100.000 UI/g. La vitamina D3 è un composto facilmente degradabile all’aria e al calore pertanto allo stato di polvere va conservata preferibilmente sotto azoto o in freezer, mentre in olio è più stabile. Ci sono anche D3 vegan protette tramite micro-incapsulazione in gomma arabica che sono anche meglio lavorabili per fare capsule e compresse.
Nonostante siano reperibili integratori nutrizionali a base di vitamina D3 per vegani, la preparazione galenica si presta a situazioni particolari e individuali soprattutto quando l’assunzione della vitamina diventa una necessità terapeutica individuata e prescritta dal medico.
Articolo tratto https://www.farmacianews.it/vitamina-d3-dal-farmacista-preparatore-unattenzione-per-i-vegani/