Profumazioni “fai-da-te” realizzate nel laboratorio galenico: come scegliere il profumo più adatto al prodotto finale e alle esigenze della propria clientela
Nel canale farmacia i prodotti cosmetici stanno assumendo un’importanza sempre maggiore e garantiscono, insieme all’omeopatia, una possibile crescita di fatturato, grazie alla maggior consapevolezza del consumatore nei confronti del mondo dello skin care tecnico, che lo porta a prediligere l’acquisto nel canale farmacia rispetto al mondo GDO e alla profumeria tradizionale. I formulatori galenici in grado di realizzare cosmetici all’interno delle loro strutture devono prestare grande attenzione alla scelta della fragranza, elemento spesso critico nelle composizioni, ma al tempo stesso in grado di favorire il successo del prodotto e il suo riacquisto da parte del cliente: una buona profumazione è un importantissimo biglietto da visita per un prodotto cosmetico.
Dermocosmesi e skin care per pelli sensibili
Le possibili preparazioni destinate all’uso topico sono innumerevoli e coinvolgono detergenti, unguenti, gel, passando per le creme olio in acqua e arrivando alle paste di diversa natura. Come possiamo vedere esistono substrati molto diversi fra di loro, che necessiteranno di soluzioni olfattive differenti a seconda, per esempio, del grado di idrofilia del prodotto finito e della possibilità che la profumazione possa solubilizzarsi con più o meno complessità.
Questa problematica è diffusa anche nelle preparazioni dermocosmetiche, che spesso presentano una formula base che non facilita l’assorbimento completo della frazione oleosa e profumata.
Nel mondo dello skin care dedicato a pelli sensibili, l’uso della profumazione non è sempre consigliato a causa del potere allergenico di alcuni componenti degli oli essenziali; sono pertanto diffuse delle soluzioni senza profumo al loro interno oppure in alternativa composizioni che presentano profumi allergen free o ai dosaggi minimali, sotto allo 0,1 %, tipici del mondo delle creme viso.
Ciò non comporta alcun tipo di problematica al consumatore finale, se non una piccola limitazione dal punto di vista edonistico nel caso in cui le preferenze olfattive dello stesso siano orientate verso sentori molto agrumati, come arancio e limone, o aromatici in direzione lavanda.
Si tratta in questo caso di profumazioni difficilmente adottabili senza poter ricorrere all’uso di sostanze allergizzanti, le quali sono naturalmente presenti negli oli essenziali delle piante menzionate, principali derivati dalle piante.
Articolo di Luca Ilorini, tratto da FarmaciaNews