La giardia è un protozoo flagellato, un parassita che vive nell’acqua e ha come ospiti sia l’uomo che 40 diverse specie animali, inclusi cani e gatti. Si trasmette per via oro-fecale: una volta entrata nell’organismo, la giardia provoca diarrea e disidratazione.
Il parassita viene espulso nell’ambiente con le feci, in una forma resistente, che gli permette di sopravvivere alle avversità del terreno per parecchio tempo.
È difficile da debellare in quanto riesce a resistere a trattamenti di disinfezione, come per esempio il cloro, che distrugge soltanto i batteri coliformi.
Una volta ingerita, la ciste resiste agli acidi gastrici e, una volta arrivata nell’intestino tenue, diventa trofozoita, assumendo così la caratteristica struttura a goccia che consente al parassita di replicarsi scatenando la malattia: diarrea e disidratazione sono i sintomi più comuni.
Secondo l’Oms, con sole 10 cisti ingerite si ha una possibilità di infezione del 100%. Ma all’infezione non sempre corrisponde una sintomatologia clinica. Il manifestarsi dei sintomi dipende infatti da molti fattori: l’età, la situazione immunitaria, lo stato di nutrizione del soggetto (uomo/animale).
Dopo un periodo di incubazione che va da 12 a 19 giorni, le cisti cominciano a fuoriuscire con le feci. I sintomi possono durare anche 2-4 settimane.
La malattia può essere diagnosticata con un esame delle feci, meglio se ripetuto, questo perché nelle forme croniche il parassita ha dei periodi di replicazione alternati con periodi di stasi.
Nelle feci sono presenti soprattutto le forme cistiche.
Le forme trofozoitiche possono essere rilevate solo su materiale molto contaminato e fresco.
Per evitare la malattia bisogna evitare comportamenti a rischio come fare il bagno in acque inquinate, bere da fontane dove l’acqua non è potabile o mangiare cibo lavato con acqua non potabile.
Per trattare questo tipo di parassita nei nostri animali chiedere sempre consiglio al proprio veterinario di fiducia.
#OMS
Dottoressa Elisa Buttafava