Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata soprattutto sui semi del giuggiolo selvatico, ma studi recenti stanno esplorato anche le potenzialità delle altre parti della pianta, sia in ambito alimentare che medicinale e salutistico
Ziziphus jujuba var. spinosa (Bunge) Hu ex H.F.Chow, comunemente noto come giuggiolo selvatico o giuggiolo aspro, è una pianta della famiglia delle Rhamnaceae, utilizzata da millenni nella medicina tradizionale e nell’alimentazione. Originario della Cina, è diffuso in Asia, Europa e America, grazie alle sue numerose proprietà biologiche e ai suoi benefici per la salute. Le parti principali della pianta (semi, frutti, foglie, radici e corteccia) contengono composti bioattivi come flavonoidi, saponine, polisaccaridi e terpenoidi, che hanno dimostrato effetti positivi sul sistema nervoso centrale, capacità antiossidanti e proprietà antinfiammatorie.
I semi di giuggiolo selvatico, conosciuti come Suan Zao Ren nella Medicina Tradizionale Cinese, sono particolarmente apprezzati per il loro effetto nel trattamento di insonnia, ansia e depressione. Infatti, sono ricchi di flavonoidi, saponine e alcaloidi, che contribuiscono alla loro efficacia nel migliorare la qualità del sonno.
Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata soprattutto sui semi, ma studi recenti stanno esplorato anche le potenzialità delle altre parti della pianta, sia in ambito alimentare che medicinale e salutistico. Per esempio la polpa, ricca di zuccheri e vitamine, è utilizzata per produrre bevande, vini e aceti, mentre le foglie sono impiegate nella preparazione di infusi con effetti ipnotici e sedativi.
Queste ricerche evidenziano come il giuggiolo selvatico possa rappresentare una risorsa preziosa e sostenibile per lo sviluppo di nuovi prodotti alimentari e medicinali, riducendo al contempo gli sprechi e l’impatto ambientale.
Articolo di L’erborista