Durante il giorno, più di frequente intorno alle ore 14, si osserva un calo delle prestazioni cognitive collegate ai ritmi circadiani e all’omeostasi. Le capacità cognitive subiscono un rallentamento anche nel periodo postprandiale, generalmente un’ora dopo aver mangiato, e ciò può influire su alcuni domini cognitivi come, ad esempio, il funzionamento esecutivo (EF), la memoria episodica (EM) e l’attenzione.
Evidenze scientifiche hanno rilevato che gli alimenti ricchi di antociani, ad esempio i frutti di bosco, contribuiscono a migliorare le prestazioni cognitive e ad attenuare il declino di questi parametri nella terza età.
Si collocano in questo contesto due studi clinici randomizzati in doppio cieco con controllo placebo, in cross over, che hanno valutato se un estratto di mirtillo selvatico contribuisce a migliorare la funzione cognitiva in un arco di tempo specifico (in acuto).
Il primo studio (ROAB) ha indagato in un gruppo di anziani sani (età 68-75 anni) l’efficacia di un estratto di mirtilli selvatici sul mantenimento di funzionamento esecutivo e memoria episodica durante il giorno, unitamente alla misurazione di parametri cardiovascolari.
Per individuare la dose ottimale da cui sortiscono gli effetti a livello cognitivo e cardiovascolare, sono state utilizzate diverse dosi dell’estratto. I partecipanti (28) hanno dunque ricevuto una singola dose di estratto di mirtillo selvatico (111 mg, 222 mg, 444 mg o 888 mg) oppure un placebo per 5 settimane, ciascuna separata da un periodo di washout di 1 settimana.
I risultati della supplementazione, misurati a 0, 2, 4 e 6 ore dopo l’intervento, attuato immediatamente dopo il basale, hanno mostrato un calo evidente e significativo della funzione esecutiva al timepoint di 4 ore solo per il placebo e un’attenuazione di questo calo nel gruppo di intervento (estratto di mirtillo). L’estratto, al dosaggio di 222 mg, ha determinato anche una riduzione della pressione arteriosa sia sistolica che diastolica.
Un secondo studio (BEAT) ha replicato l’osservazione sul previsto declino cognitivo post-prandiale, valutando anche l’eventuale miglioramento dei parametri cardiovascolari (pressione arteriosa e frequenza cardiaca) a seguito della supplementazione dell’estratto di mirtillo (dose 222 mg).
I partecipanti (45) hanno ricevuto l’estratto di mirtillo oppure un placebo, con un washout di 1 settimana. I risultati dell’intervento sono stati misurati al tempo 0 e alle ore 14:00, quando era previsto il calo cognitivo post-prandiale; il pranzo è stato effettuato un’ora prima del test cognitivo.
Risultati
Il tempo di reazione del funzionamento esecutivo è risultato significativamente più veloce con l’estratto di mirtilli rispetto al placebo alle ore14:00, mentre non sono emersi benefici significativi su altri parametri cognitivi e cardiovascolari.
I due studi indicano che l’estratto di mirtilli selvatici mitiga il fisiologico declino cognitivo osservato nel corso della giornata, in particolare quando è associato al calo postprandiale, e può apportare anche benefici a livello cardiovascolare.
Questi effetti sono stati tuttavia osservati su un numero limitato di parametri, indicando la necessità di effettuare ulteriori ricerche per valutare l’efficacia dell’estratto di mirtilli in popolazioni che presentano lievi disturbi cognitivi.
Articolo di L’erborista