In tutto il mondo le donne fanno ricorso da sempre alle piante medicinali nelle varie fasi della loro vita, dall’adolescenza, al periodo riproduttivo, fino alla menopausa.
Lo hanno confermato statistiche sia nazionali, come l’indagine secondo cui in Italia circa il 47% delle donne usa in modo più o meno regolare preparati erboristici, sia survey internazionali, evidenziando come l’appartenenza al genere femminile sia tra i fattori predittivi del ricorso ai preparati vegetali e alla fitoterapia.
Le erbe tradizionalmente utilizzate dalle donne sono oggi al centro di molti e interessanti studi, finalizzati anche a verificarne proprietà e sicurezza con le più recenti innovazioni tecnologiche.
Un bel lavoro di Shan-Yu Su e coll. (2022) analizza proprio questa linea di ricerca, accendendo i riflettori in particolare su dismenorrea, infertilità, allattamento, osteoporosi e menopausa.
Per la dismenorrea – disturbo talvolta invalidante e con significative percentuali di incidenza nella popolazione femminile – la ricerca ha mostrato un ampio ricorso alle erbe, tra cui Angelica sinensis, tra le donne asiatiche, con il supporto di un’indagine condotta sul campo tra le farmacie che vendono formule tradizionali cinesi.
Il puerperio porta con sé una galassia di emozioni e mutamenti, cure e apprensioni insieme a problemi concreti tra cui l’ipogalattia, per la quale molte donne – il 53% secondo un’indagine cross-section condotta in Tanzania – si rivolgono a piante ad azione galattogoga per stimolare la montata lattea. E se in Europa tra le erbe prevalgono anice verde, semi di finocchio o galega, secondo una ricerca cinese (Chao et al. 2020) le piante più utilizzate per sostenere la donna che allatta sono Angelica sinensis, Tetrapanax papyrifer e Hedysarum polybotrys.
E in tema di infertilità femminile una recente metanalisi di 18 studi clinici randomizzati e controllati riporta che Cuscuta chinensis, Angelica gigas e Cyperus rotundus – le erbe tradizionali più utilizzate in Asia orientale per questo problema – hanno aumentato in modo statisticamente significativo il tasso di gravidanza rispetto al placebo.
Infine la menopausa, con il supporto prezioso e documentato di piante come il trifoglio rosso o la cimicifuga nei disturbi vasomotori e il corteo di sintomi che questi comportano, mentre un nuovo studio italiano (Maggini 2024) conferma l’utilizzo tradizionale e la sicurezza della salvia per vampate di calore, sudorazione eccessiva e tono umorale.
Le erbe possono migliorare anche altre condizioni, come segnala un trial clinico coreano che dimostra l’efficacia del ginseng rosso nel dolore da osteoartrosi degenerativa della mano in donne in menopausa.
La relazione che connette donne, salute e piante medicinali – un filo rosso che dalle herbariaedell’età classica arriva alle ricercatrici di oggi passando per le ‘medichesse’ della Scuola Salernitana e Ildegarda di Bingen – è dunque sempre viva.
Nel mese della ‘Giornata internazionale della donna’ auguri speciali alle erboriste e a tutte le donne che si affidano alla natura e alle sue risorse.
Articolo di L’Erborista – Mariella Di Stefano