È acclarato che i disturbi del sonno hanno effetti negativi sulla salute, con conseguente riduzione del benessere, aumento della stanchezza e riduzione delle prestazioni.
Si stima che oltre la metà delle persone malate di tumore, dal 60 al 65%, dorma male o salti addirittura la notte. Il dolore fisico, l’ospedalizzazione, i farmaci e le varie terapie, oltre all’impatto psicologico della malattia, disturbano infatti la qualità e quantità del sonno. In particolare, nel caso dei malati ospedalizzati che ricevono terapie oncologiche, il miglioramento del comfort notturno è in grado di influire positivamente sul benessere e sugli esiti di salute, portando anche a una riduzione della durata stessa della degenza.
Diversi lavori scientifici hanno dimostrato che l’impiego degli oli essenziali per inalazione (aromaterapia) contribuisce a migliorare la quantità e la qualità del sonno: un’ulteriore conferma arriva da un recente studio clinico che ha valutato specificatamente se l’aromaterapia migliori il comfort notturno, il benessere e la qualità del sonno nei pazienti ospedalizzati affetti da cancro.
Si è trattato di uno studio pilota quasi sperimentale con un disegno a braccio singolo pre/post-test. Le misure di outcome sono state individuate nel World Health Organization-Five Well-Being Index, una misura unidimensionale del benessere psicologico, e nel Pittsburgh Sleep Quality Index, una scala di autovalutazione del sonno.
Allo studio hanno partecipato 34 malati oncologici ricoverati in ospedale: dopo le sessioni di aromaterapia, i ricercatori hanno riscontrato un miglioramento statisticamente significativo dei punteggi medi del benessere e della qualità del sonno.
Venti partecipanti su 22 hanno descritto un’esperienza positiva con l’aromaterapia, evidenziando tra i benefici un sonno migliore, rilassamento, effetti calmanti e riduzione della nausea.
Fonte: Phillips LA, Kilani M, Mendelson S, Bindler RJ. Using Aromatherapy to Improve Nighttime Comfort in Hospitalized Patients With Cancer: A Pilot Study. Clin J Oncol Nurs. 2023 Jul 20;27(4):389-396.
Articolo di L’erborista