Pianta tonico-adattogena della medicina tradizionale cinese, stimola e regola il sistema immunitario e favorisce il recupero nei casi di astenia e affaticamento
L’astragalo (Astragalus membranaceus famiglia delle Fabacee) è una pianta erbacea perenne originaria delle zone montagnose della Cina settentrionale e fa parte da secoli delle risorse terapeutiche della medicina tradizionale cinese (MTC), in particolare associata con altre erbe nella formulazione di ricette fitoterapiche. Il suo nome cinese è Huang Qi, energia gialla, a causa della sua funzione di tonico. In MTC è considerato un “rimedio superiore”, la cui assunzione regolare mantiene in equilibrio l’organismo e le sue principali funzioni.
Dell’astragalo si utilizza come droga la radice cilindrica ottenuta da piante di almeno 4 anni; tra i componenti rilevano saponine triterpeniche (astragalosidi), polisaccaridi e flavonoidi (kaempferolo, quercetina ecc.).
Oggi, a partire dall’impiego tradizionale, l’astragalo viene utilizzato in numerosi preparati e integratori alimentari proposti per migliorare diverse condizioni di salute, tra cui infezioni delle vie respiratorie superiori, rinite allergica, asma, sindrome da stanchezza cronica ecc. Viene utilizzato anche per rafforzare e regolare il sistema immunitario, mentre il suo uso topico sembra migliorare la guarigione delle ferite.
Pur avendo un’ampia traduzione d’uso, gli studi clinici di qualità che ne hanno vagliato le attività sono molto limitati. Una revisione del 2013, condotta tuttavia su studi di bassa qualità, ha rilevato per esempio che l’assunzione di astragalo può essere associata a un minor rischio di infezioni del tratto respiratorio superiore nei bambini con sindrome nefrosica rispetto al solo trattamento con prednisone.
L’astragalo può essere considerata una pianta sicura se viene assunta in modo appropriato. Tra i possibili effetti collaterali dell’uso orale sono stati segnalati eruzione cutanea, prurito e rari sintomi a livello gastrico. La pianta può interagire con i farmaci immunosoppressivi riducendone l’efficacia. In assenza di dati di sicurezza specifici, si consiglia di non assumere durante la gravidanza e l’allattamento.
Fonte: National Center for Complementary and Integrative Health
Articolo di L’erborista