Per chi mangia solo alimenti a base vegetale, il rischio è di andare incontro a carenze di ferro, zinco e vitamina B12, mentre chi consuma prevalentemente carne potrebbe avere deficit di vitamina E e di folati
I bambini che aderiscono ad alimentazioni o solo a base di piante o a base principalmente di carne potrebbero andare incontro inadeguata assunzione di nutrienti. Tra le diverse sostanze interessate da carenze, ci sarebbero soprattutto vitamina D, calcio, iodio, acido eicosapentanoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA). In particolare, poi, i bambini che aderiscono a diete a base di piante possono essere suscettibili a deficit di ferro, zinco e vitamina B12, così come le controparti che consumano una dieta a base di carne, possono andare incontro a carenze di vitamina E e folati. A mostrarlo è una review pubblicata su Nutrients dai ricercatori olandesi Nicole Neufingert e Ans Eilander, secondo i quali è importante puntare a una dieta diversificata per promuovere un equilibrio nutrizionale sostenibile e bilanciato per bambini e adolescenti.
La malnutrizione in età pediatrica
Secondo i due ricercatori, alcuni studi hanno stimato che a livello globale il 22% dei bambini sotto i cinque anni ha problemi di crescita e che quasi il 50% dei bambini in età prescolare ha almeno una carenza di micronutrienti. Gli alimenti di origine vegetale, seppur soddisfacendo diversi requisiti nutrizionali, in genere presentano carenze di uno o più aminoacidi. Di contro, carne e latticini sono altamente proteici e comprendono l’intero spettro di aminoacidi essenziali per la crescita, mentre una fonte importante di acidi grassi essenziali è rappresentata dagli oli di origine vegetale che non forniscono sostanze chiave quali calcio, zinco, ferro, selenio, riboflavina e vitamina A e B12. Infine, gli acidi grassi omega-3, l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), essenziali per la funzionalità retinica, neuronale e immunitaria, sono abbondanti nel pesce e nei frutti di mare, che sono anche fonti naturali di vitamina D e iodio.
I regimi alimentari seguiti dalla popolazione pediatrica in studio
Per la review, i due ricercatori hanno analizzato 30 studi che includevano informazioni dettagliate sulle diete seguite dai partecipanti. Le diete sono state classificate in cinque categorie: vegana, che non prevede carne o latticini, vegetariana, che include latticini, ma esclude carne e pesce, vegetariana con assunzione di pesce, semi vegetariana, in cui si consumano carne e pesce meno di una volta a settimana, ma più di una volta al mese, e carnivora, in cui la carne si mangia di frequente.
Le diete e le carenze evidenziate
Dagli studi analizzati che confrontavano diete a base vegetale o animale è emerso che non vi erano differenze per quel che riguardava l’apporto energetico. Inoltre, i bambini che seguivano diete vegane non riuscivano ad assumere la quantità raccomandata di proteine, mentre questa era soddisfatta negli altri quattro regimi dietetici. Tra i bambini vegani, però, era più alta l’assunzione di fibre, acidi grassi polinsaturi e saturi, mentre questa era più bassa nei carnivori. Per quanto riguarda altri micronutrienti, l’assunzione media di vitamina D e calcio era bassa in tutti i gruppi dietetici e due studi hanno trovato un rischio di carenza di iodio in tutti i partecipanti. Infine, i bambini che seguivano una dieta principalmente a base di carne avevano un rischio di inadeguata assunzione di folati e vitamina E, mentre i bambini che consumavano diete a base vegetale avevano un rischio maggiore di carenza di vitamina B12, zinco e ferro.
Fonte:
Naufingerl N. and Eilander A. Nutrient intake and status in children and adolescents consuming plant-based diets compared to meat-eaters: a systematic review. Nutrients (2023) – doi: 10.3390/nu15204341
Articolo di Farmacista33 di Sabina Mastrangelo