Numerosi studi effettuati sugli animali in natura hanno evidenziato un peculiare carattere comune: essi dedicano molte ore di veglia a fare nulla.
Riposare senza dormire, infatti, vuol dire recuperare le forze necessarie alle attività fondamentali alla sopravvivenza, evitare di ritrovarsi in situazioni pericolose, non ultimo, adattare mente e corpo all’ambiente circostante.
Per quanto il cane sia il prodotto “artificiale” della selezione umana, porta in sé il patrimonio genetico del progenitore selvatico; sulla base di questa derivazione dal lupo, anche per il nostro amico è importante disporre di intervalli di tempo esclusivamente al relax nell’arco della giornata.
Naturalmente, tale rilassamento “attivo” dovrà essere la conseguenza di un’opportuna attività psicofisica, perché solamente dopo aver soddisfatto tali esigenze si potrà dare spazio al riposo adattivo.
Raggiunta una condizione di equilibrio tra l’agire e il non agire, il nostro cane dimostrerà un’invidiabile capacità di stabilizzarsi rispetto a numerosi stimoli circostanti, dentro e fuori casa.
Non dobbiamo dimenticare che ogni organismo vivente è portato a raggiungere un doppio risultato: vivere il più a lungo possibile e, qualora la nicchia ecologica lo permetta, riprodursi.
Ancora una volta, il cane domestico persegue questo duplice fine “utilizzando” anche la nostra presenza.
Siamo noi, infatti, a prenderci cura della sua salute e a decidere se, quando e con chi sarà accoppiato.
In questo modo, se gli equilibri vengono rispettati, ci troveremo di fronte ad un individuo sereno dinanzi agli accadimenti della quotidianità, escludendo l’attivazione di reazioni sproporzionate o pericolose.
La prima causa dei cosiddetti “problemi del comportamento” si trova, infatti, nell’insufficiente garanzia di “zone mentali” di rilassamento.
Dott.ssa Elisa Buttafava