Con l’avanzare dell’età si manifestano a livello cutaneo vari cambiamenti fisiologici che determinano modificazioni strutturali caratteristiche. Tra questi, riduzione del turnover cellulare, che causa il rallentamento dei processi di guarigione, che diventano più lenti; aumentata fragilità dei vasi sanguigni, con conseguente diminuita vascolarizzazione della pelle; riduzione dell’elasticità e minor resistenza cutanea causata dalle fibre di collagene e di elastina, che risultano meno unite tra loro; diminuzione del film idrolipidico e conseguente evaporazione dell’umidità, che contribuisce alla secchezza cutanea e alla comparsa delle rughe.
L’invecchiamento della pelle è reso evidente non solo dalla comparsa delle rughe e dalla perdita di tonicità, ma anche dalla formazione di macchie pigmentarie o d’invecchiamento, la cosiddetta lentigo senile. Localizzata in sedi foto-esposte, insorge in età matura o più precocemente in soggetti che si espongono eccessivamente al sole. L’esposizione solare, in particolare l’azione dei raggi UVA, determina un foto-invecchiamento cutaneo causato dai danni ossidativi che si verificano sia a livello superficiale sia profondo del derma (callagene-elastina).
Vi sono poi problemi clinici che possono avere un impatto importante sulla pelle: il rallentamento della circolazione e la riduzione del ritorno venoso, per esempio, aumentano il rischio di edema delle gambe e di lesioni vascolari. A causa dell’accresciuta fragilità capillare, inoltre, possono formarsi ematomi, in particolare a livello di mani e braccia. La diminuita sensibilità periferica può aumentare il rischio di danno traumatico, mentre la demenza e/o la depressione diminuiscono la consapevolezza dei possibili pericoli e ciò può portare a lesioni cutanee sia traumatiche sia da compressione. L’incontinenza urinaria e fecale aumentano il rischio di macerazione della pelle e di lacerazioni, così come la diminuzione della mobilità aumenta il rischio di contrarre lesioni da compressione. Da non dimenticare, infine, la politerapia farmacologica, che può causare rash cutanei di varia entità.
L’azione dei giovani getti
La gemmoterapia può essere particolarmente efficace quando si desidera effettuare una “cura depurativa” allo scopo di disintossicare l’organismo. Il drenaggio gemmoterapico, attuato cioè con i gemmoderivati, grazie all’apporto in biostimoline tissutali, risulta essere particolarmente attivo nei confronti degli organi da trattare e presenta anche un’importante azione stimolante a livello del Sistema reticolo-endoteliale, in quanto in grado di potenziarne sia l’azione antinfiammatoria sia quella disintossicante (azione evidenziata dal test di Halpern).
Si sottolinea, inoltre, che i tessuti embrionali delle gemme avrebbero la potenzialità di aiutare le cellule del nostro corpo a riparare i guasti dovuti allo stress ossidativo che tanta importanza ha nella genesi dei fenomeni degenerativi. Di seguito segnaliamo alcuni dei rimedi gemmoterapici più indicati.
Cedrus libani MG 1DH
Considerato il rimedio delle dermatosi caratterizzate da cute secca e prurito, è considerato il rimedio delle dermatosi cheratosiche, lichenificate, psoriasi formi, della cute disidratata (eccessiva esposizione al sole ad esempio), dell’anidrosi etc. Anche l’invecchiamento cutaneo è una valida indicazione per la sua prescrizione, in particolare per trattare il prurito sine materia, che si manifesta soprattutto nella cute secca e mal vascolarizzata dell’anziano. È, inoltre, un ottimo medicamento di drenaggio cutaneo, in quanto manifesta un’azione di disintossicazione “profonda” nei confronti delle cosiddette tossine organiche, contribuendo in tal modo a migliorare la vascolarizzazione e l’ossigenazione tissutale. L’azione drenante rende ragione, inoltre, del suo utilizzo nella dermatite, caratterizzata sempre da secchezza cutanea, in cui è rilevabile una componente allergica. In questi casi può essere associato a Ribes nigrum.
Juniperus communis MG 1DH
È segnalato come un ottimo drenante epato-renale, in quanto possiede una doppia azione: sul fegato, in particolare a livello dell’epatocita, ove esercita un’attività stimolante e rigeneratrice, e sul rene, del quale sollecita la funzionalità. Si ottiene così un’aumentata eliminazione di scorie da parte dell’organismo e, quindi, un alleggerimento del distretto epato-renale. La sua assunzione, ad esempio, in concomitanza a una terapia farmacologica, ne può contrastare gli effetti secondari grazie alla migliorata funzionalità epatica.
Linfa di Betulla 1DH
Drenante generale per l’organismo, è segnalato anche per l’azione antalgica e uricolitica. Con il suo impiego si ottiene, inoltre, un’azione tonica che concorre allo stato di benessere generale determinato dalle proprietà depurative e drenanti.
Rosmarinus officinalis MG 1DH
I giovani getti del rosmarino agiscono migliorando la produzione della bile e favorendo il regolare svuotamento della colecisti, contribuendo all’azione epatotropa e antidislipidemica, fondamentali per la disintossicazione dell’organismo. Con la sua somministrazione si assiste anche a un miglioramento della funzionalità intestinale. Sarà indicato in particolare quando, oltre all’azione disintossicante, si vuole ricercare un’azione di riequilibrio del profilo lipidico (colesterolo e trigliceridi).
La posologia per questi gemmoderivati si differenzia a seconda della forma galenica scelta, MG1DH (macerato glicerinato diluito alla prima decimale Hahnemanniana) oppure macerato glicerinato concentrato. Nel primo caso sarà di 30 gocce, diluite in acqua e sorseggiate lentamente, 1-2 volte/die. Assumere per cicli di 20 giorni al mese. Se si preferisce utilizzare, invece, il macerato glicerinato concentrato la posologia presenta un dosaggio 10 volte inferiore rispetto al MG 1DH.
Articolo di Medicina Integrata