Alla luce delle recenti prese di posizione del ministero relativamente agli integratori, senza entrare nel merito, credo tuttavia quantomeno doverose alcune brevi considerazioni, perché ritengo che il problema dei rischi sia correlato sostanzialmente alle modalità d’uso, piuttosto che alla concentrazione dei vari estratti, o alle raccomandazioni che semmai dovrebbero accompagnare i vari preparati relativi a ciascuna pianta. Vedasi l’esempio dei lassativi antrachinonici. Raccomandazioni che spesso mancano, se non generiche, parziali ed in alcuni casi improponibili.
Nella lista delle piante e sostanze ammesse non sono ovviamente comprese quelle tossiche, bene, certo. Ma non è sufficiente.
A mio giudizio sarebbe stato opportuno mantenere anche la lista delle piante proibite, presente fino a qualche anno fa. Averla tolta in realtà lascia campo aperto a coloro i quali, furbescamente, le producono e pure le vendono, con uno abile stratagemma: quello di scrivere in etichetta che si tratta di preparati ad uso tecnico o di collezione, non per uso umano, mentre, separatamente, vengono invece consigliati… Ad esempio lo Stramonio, chiamato anche “erba delle streghe”, con una mano si dice che la pianta a certe dosi può esser tossica, e per questo si specifica solo “uso tecnico”, mentre con l’altra si dice che può far bene a coliche, ansia, disturbi dell’umore ecc. E questo anche per l’ Efedra sinica, ed altre ancora… sempre erbe tossiche, ovviamente assenti dalla lista di quelle ammesse, ma neppure presenti in quella delle piante proibite….
Nella lista di quelle ammesse poi ve ne sono alcune che contengono alcaloidi tropanici, di cui in rete si trovano declamate virtù anche magiche, e comunque piante reperibili e vendute, che invece dovrebbero essere proibite o quantomeno circoscritte o limitate nel loro uso.
Sempre nella lista delle ammesse, per molte piante non si trova alcuna indicazione d’uso per il relativo olio essenziale che, rispetto alla stessa erba in taglio tisana, necessiterebbe di limitazioni e comunque di avvertenze specifiche.
Al contrario, si trovano ad esempio, avvertenze a non utilizzare crucifere di ogni tipo, come lo stesso cavolo, in soggetti affetti da disturbi della tiroide, senza tuttavia specificare né posologia di estratto né tempo di esposizione, pertanto si potrebbe dedurre erroneamente che tali soggetti neppure possano mangiare cavolo ad insalata. Mentre vi sono improponibili richieste di titolazione in alcaloidi pirrolizidinici, per piante invece di uso alimentare.
Ancora al contrario, sembra (…) che in una specialità medicinale sia presente tra gli eccipienti, l’ Aconito, notoriamente pianta tossica, ovviamente assente dalla lista delle piante ammesse, ma altrettanto ovviamente pure da quelle proibite, che non esiste più…. Quella lì ci potrebbe stare? Si dirà forse che è la dose che fa il veleno… Houston, abbiamo un problema? Forse più di uno?
Spero queste siano solo voci maligne, ed allora potrebbero davvero servire le erbe magiche, per scacciare il maligno, altrimenti serve invece un lavoro di ampio respiro, non burocratico, non castrante, bensì di sostanza, con competenza, esperienza e dedizione, fuori da ogni ideologia, in modo tale da rivedere la lista a 360°, o semmai le liste, nella loro complessità.
Articolo di Fabio Firenzuoli – Farmacista33