L’herpes labiale dopo una prima infezione tende a recidivare in presenza di fattori scatenanti e in persone predisposte. Quali trattamenti si possono consigliare al banco?
Dopo una prima infezione, l’herpes labiale tende a recidivare in presenza di fattori scatenanti e in persone predisposte. Fra quelli che più frequentemente si comportano come dei veri e propri trigger per la riattivazione virale lo stress, il traumatismo, gli interventi chirurgici, le mestruazioni, la febbre, l’immunosoppressione, la somministrazione di cortisonici e l’esposizione incauta ai raggi ultravioletti. A seguito di queste cause scatenanti si assiste alla migrazione centrifugale del virus herpes simplex dal ganglio trigeminale verso la periferia e conseguente replicazione virale locale, generalmente a livello labiale e, più raramente, in sede intraorale. A questo punto inizia la fase prodromale caratterizzata da prurito, formicolio, bruciore e gonfiore, con replicazione virale nelle prime 48 ore.
In un 25% dei casi l’eruzione non avviene perché la fase prodromica regredisce spontaneamente. Negli altri casi, invece, si assiste all’eruzione più o meno estesa delle vescicole che dopo alcuni giorni si rompono, lasciando una piccola lesione che si ricopre di una crosticina, che cade senza lasciare cicatrici. La guarigione completa avviene in 7-10 giorni.
La terapia locale
Non esiste alcun protocollo terapeutico in grado di eradicare il virus HSV1 dalle cellule nervose nelle quali resta latente. L’uso degli antivirali per via topica, se applicati all’inizio della fase prodromica, aiuta però a ridurre il numero e le dimensioni delle lesioni e di alleviare la sintomatologia correlata. Allo scopo si possono utilizzare creme a base di aciclovir ripetendo l’applicazione ogni 4 ore o di penciclovir ogni due ore, omettendo l’applicazione notturna e continuandola per almeno 4 giorni. In caso di febbre e di dolore intenso alla terapia locale si può accompagnare anche la somministrazione di ibuprofene o paracetamolo e applicazione locale di ghiaccio per ridurre edema e gonfiore.
La terapia sistemica
Nei pazienti con eruzioni frequenti e di grande estensione oppure nei pazienti immunocompromessi si può tentare con la terapia per os episodica intermittente attraverso la somministrazione di aciclovir alla dose di 200mg 5 volte al dì, oppure 400 mg 5 volte al dì per 5 giorni; valaciclovir alla dose di 500mg 2 volte al giorno per 5 giorni oppure 2g 2 volte al dì per un giorno; di famciclovir alla dose di 125mg due volte al dì per 5 giorni, oppure 1500mg in dose singola oppure due dosi da 750mg in 24 ore. L’assunzione sistemica degli antivirali riduce in modo importante i sintomi e accorcia in media di 2 giorni la durata dell’eruzione; tale terapia è efficace solo se iniziata in fase prodromica. La terapia soppressiva cronica, cioè la prevenzione farmacologica a tempo indeterminato delle eruzioni di herpes simplex ricorrente, è indicata in soggetti con eruzioni molto frequenti più di 1-2 al mese e di grandi estensione e durata.
Cerotti sulle lesioni di modesta entità
Se le lesioni erpetiche sono di piccola entità, oltre che alla terapia topica si può tentare l’applicazione dei cerotti che servono a proteggere la lesione, evitando così la possibilità di toccarla e di favorire la diffusione virale quando si rompono le vescicole. Questi dispositivi, inoltre, consentono di mantenere la giusta umidità della lesione prevenendo la rottura delle crosticine che si formano dopo la rottura delle vescicole, anche per piccoli stiramenti delle labbra. Con la riduzione della probabilità di sanguinamento si accelera anche il periodo di guarigione della lesione stessa.
Articolo di Angela Nanni