Vertigini e disturbi dell’equilibrio possono essere riconducibili alla labirintite, un’infiammazione acuta o cronica dell’orecchio interno che non va mai trascurata
“Tu mi fai girar come fossi una bambola…” cantava Patty Pravo per esprimere gli effetti di un amore malato, ma la stessa frase si potrebbe riferire a chi subisce le conseguenze fisiche di una labirintite (o neurite vestibolare), ovvero un’infiammazione in forma acuta o cronica a livello dei canali semicircolari dell’orecchio interno (il labirinto).
Tra le conseguenze si evidenziano sintomi quali riduzione dell’udito, acufeni e vertigini, fino a manifesti disturbi dell’equilibrio e problemi della postura.
Per accertarsi che si tratti effettivamente di un caso di labirintite è opportuno rivolgersi a un otorinolaringoiatra ed eseguire una TAC o una Risonanza Magnetica dell’orecchio interno, piuttosto che esami diagnostici specifici quali un esame audiometrico o un’elettronistagmografia (una tecnica che rileva mediante elettrodi il moto oculare indotto da stimoli luminosi, sensoriali o di movimento).
Le cause scatenanti vanno dalle infezioni virali (ad esempio in corso di parotite epidemica), batteriche (ad esempio in corso di scarlattina) o come complicazione di un’otite media purulenta ma si possono correlare anche a traumi cranici, a reazioni allergiche (alimenti, pollini, farmaci) o a condizioni di stress psico-fisico.
Farmaci e terapie
Nella maggior parte dei casi i disturbi si manifestano in modo transitorio e per brevi periodi, richiedendo talvolta trattamenti sintomatici per pochi giorni con farmaci antiemetici, antinfiammatori, antistaminici e agenti anticolinergici.
Un’altra categoria di farmaci utili nel mantenere sotto controllo le vertigini scatenate a livello SNC sono i cosiddetti nootropi che migliorano le funzionalità cognitive e che agiscono come stabilizzatori delle membrane cellulari e modulatori delle trasmissioni sinaptiche (ad esempio il piracetam), oltre a incrementare il flusso ematico cerebrale (ad esempio la citicolina).
Altro discorso richiederebbero le labirintiti infettive, da trattare con antibiotici o antivirali, mentre può essere spesso di aiuto in caso di soggetti anziani seguire un programma di riabilitazione vestibolare (manovre ed esercizi mirati per migliorare la stabilità e l’equilibrio oculare).
Un altro strumento terapeutico è rappresentato dalla digitopressione: già dal 1977 l’Oms ha stabilito che il punto P6 (o Neiguan) – individuabile a circa tre dita poste trasversalmente a partire dalla piega di flessione del polso – è in grado di ridurre nausea e vomito di varia natura. Nel caso di labirintite su base psicogena si può ricorrere anche alla riflessologia plantare e all’agopuntura come terapie complementari che vanno ad agire su punti ansiolitici, decontratturanti e riequilibranti.
Rimedi naturali
Dal prontuario fitoterapico e gemmoterapico possiamo individuare molti elementi terapeutici di sostegno per quanti soffrono di attacchi di labirintite. Echinacea angustifolia è ad esempio una pianta erbacea perenne da cui si ricava una tintura madre ricca in echinacoside – un glicoside dell’acido caffeico ad azione antibiotica e corticomimentica – oltre che in sostanze antinfiammatorie quali flavonoidi e polisaccaridi.
Se ne possono assumere 50 gocce due volte al giorno, diluite in acqua. Il suo macerato glicerico di Ribes nigrum (40 gocce tre volte al giorno) agisce a livello corticosurrenale con effetto cortison-like e conseguente aumento del cortisolo ematico. Per esplicare al meglio i suoi benefici va assunto nella prima fase della giornata e si può associare al macerato glicerico di Betula pubescens (40 gocce al mattino).
Il Ginkgo biloba infine, in virtù dell’alta concentrazione in flavonoidi, carotenoidi e vitamina C contribuisce a migliorare la microcircolazione e l’ossigenazione cellullare, riducendo disturbi a carico del sistema vestibolare (capogiri, acufeni e riduzione dell’udito) come viene anche avvalorato da clinical trial randomizzati. Il dosaggio giornaliero del suo estratto secco è di 200 mg e si può alternare all’infuso (1 g in 100 ml di acqua) di Vinca major (la vincamina in essa contenuta contrasta l’insufficienza circolatoria).
Dieta e stili di vita
L’applicazione di adeguate norme comportamentali può contribuire ad attenuare i sintomi da labirintite, spesso disabilitanti al punto da compromettere le attività quotidiane:
• evitare movimenti troppo bruschi ma anche l’eccessiva immobilità della testa;
• limitare stimoli visivi e sensoriali (lavorare al computer, guardare la televisione, leggere, esporsi alla luce diretta del sole o a forti fonti luminose artificiali);
• ridurre gli sforzi fisici, cercare di rimanere a riposo sdraiati e al buio;
• limitare l’assunzione di cibi troppo piccanti, ricchi di zuccheri, sale o grassi saturi; in particolare, si è potuto osservare che ridurre l’intake di carboidrati e lipidi favorendo l’uptake di fibre migliora la sindrome da vertigine parossistica posizionale benigna, un disturbo spesso sovrapponibile alla labirintite, specie negli anziani;
• privilegiare fonti alimentari e integratori di vitamina C, vitamina A, vitamina E, antiossidanti e omega 3.
Fonte: https://www.farmacianews.it/labirintite-quando-lequilibrio-viene-meno/