L’utilizzo della Salvia come erba medicinale ha origini antichissime: già 4000 anni fa gli antichi egizi la utilizzavano come rimedio contro l’infertilità, così come gli antichi Greci, i Romani e i Nati- vi Americani ne intuirono e ne sfruttarono le numerose ulteriori proprietà “curative” che la caratterizzano.
Studi seguenti hanno quindi confermato come la Salvia annoveri una lunga se- rie di proprietà benefiche: grazie ai suoi oli essenziali essa è dotata di una importante atti-
vità antisettica e antispasmodica (Miroddi et al., 2014), oltre a essere più comunemente ma molto opportunamente utiliz- zata anche come antiossidante,antinfiammatorio e digestivo.
Da ultimo, e la portata della scoper- ta non riveste certo un ruolo di secondaria importanza rispetto agli effetti benefici sin qui citati, è stato dimostrato che la Salvia ha una notevole azione anche a livello del Sistema Nervoso Cen- trale con evidenti effetti sulle performance sia cognitive che sui meccanismi della memoria e dell’attenzione. Probabilmente è proprio questo il vero, nuovo punto di forza di questa pianta
(Natural Medicines, 2019).
Non tutte le Salvie
sono uguali
Il genere Salvia comprende oltre 900 specie differenti all’interno della famiglia delle Lamiaceae (Hamidpour et al. 2014). Molte tra queste specie, inclusa Salviaofficinalis (salvia comune), sono native dell’area Mediterranea e utilizzate in tutto il mondo sia come spezie aromatizzanti sia nella medicina tradizionale. Gli studi sino a ora condotti da vari ricercatori sono stati principal- mente focalizzati su due specie: S. officinalis e S. lavandulaefolia.
La prova risiede nella scienza
Nell’articolo pubblicato sull’au- torevole rivista CNS Neuroscien- ce & Therapeutics dal titolo: “Systematic Review of Clinical Trials Assessing Pharmacologi- cal Properties of Salvia Species on Memory, Cognitive Impairment and Alzheimer’s Disea- se”, viene valutata l’efficacia di entrambe le specie nel migliorare le prestazioni cognitive sia in individui sani che affetti da malattie neurodegenerative.
È importante sottolineare come anche questo studio metta in evidenza l’impatto di tutta una serie di variabili sull’efficacia del prodotto oggetto di studio. Pur partendo dalla stessa pianta, in- fatti,l’attivitàel’efficaciadiogni preparato potrà essere differente a seconda della parte di pian- ta utilizzata e della tipologia del preparato stesso (Miroddi et al., 2014).
Diverso infatti è operare con un olio essenziale piuttosto che con un estratto, così come diverse metodologie di estrazio- ne possono portare a preparati con caratteristiche chimico-fisiche e attività biologiche assai differenti.
Se nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a un importante sviluppo di tutta una serie di prodotti, cosiddetti “nutraceutici”, commercializzati con il fine ultimo di coadiuvare il benessere e fornire supporto per il mantenimento di un cor- retto stato di salute psico-fisica degli utilizzatori, è anche vero che non sempre le proprietà declamate sono state oggetto del benché minimo studio di efficacia da un punto di vista clinico. I cosiddetti “claim” salutistici sono nella maggior parte dei casi supportati esclusivamente con dati bibliografici certamente attendibili, ma senza che sia stata posta la dovuta attenzione né alle variabili di processo precedentemente citate, né a una verifica “sul campo” dell’effettiva efficacia di quanto proposto.
Nel corso degli ultimi anni, per contro, molte aziende produttrici sia di materie prime che di prodotti finiti, hanno posto sempre più attenzione non solamente alla mera valutazione “bibliografica” delle specie potenzialmente interessanti, ma tenendo in maggiore considerazione sia gli aspetti qualitativi, sia l’opportunità di fornire riscontri oggettivi a un livello di approfondimento superiore rispetto agli standard richiesti dalla normati- va in vigore per l’immissione in commercio di questa tipologia di preparati.
Per quanto attiene la Salvia e le sue proprietà, questo è l’approccio seguito da SibeliusTM, che si distingue nella produzione di estratti comple- tamente naturali, attentamente standardizzati e, soprattutto,
clinicamente testati a supporto delle effettive proprietà saluti- stiche che vengono declamate. Questi estratti provengono da coltivazioni non-GMO certificate e, per quanto attiene l’attenzio- ne posta nella loro realizzazione, sono caratterizzati da un profilo chimico ben definito che ne co- stituisce la cosiddetta “improntadigitale” o “profilo spettroscopico”, che li differenzia da pro- dotti apparentemente simili ma caratterizzati da proprietà non completamente sovrapponibili. Per quanto riguarda, inoltre, la verifica della loro efficacia sul sistema nervoso centrale, sono stati condotti due studi prelimi- nari utilizzando lo stesso tipo di Salvia (S. officinalis). Nel primo, “Effects of Cholinesterase Inhibiting Sage (Salvia officinalis) on Mood, Anxiety and Performance on a Psychological Stressor Battery”, è stato valutato l’ef- fetto della somministrazione di Salvia estratto secco alle dosi di 300 mg e 600 mg compara- to al placebo. I risultati hanno mostrato un miglioramento nelle performance cognitive a seguito della somministrazione di una singola dose nei soggetti più giovani (Kennedy et al., 2006).
Nel secondo studio intitolato “Salvia officinalis extract in the treatment of patients with mild to moderate Alzheimer’s disea- se: a double blind, randomized and placebo-controlled trial” (Akhondzadeh et al., 2003), i partecipanti hanno assunto 60 gocce di estratto di Salvia per 16 settimane. Anche in questo caso i risultati hanno mostrato un netto miglioramento sia a li- vello della memoria a breve termine e sia nella capacità di concentrazione e di mantenimento di un elevato livello di attenzio- ne.
Considerazione non di poco conto, questi risultati sono stati raggiunti dopo 1 sola dose di Salvia somministrata, senza che venisse osservato alcun effetto collaterale. (David Foreman, Sibelius: Pioneering the develop- ment of Old English Sage).
Le caratteristiche di questi estratti sono basate su un sistema analitico brevettato che per
mette di monitorare l’efficacia biologica di questi prodotti.
Ricerca biologica brevettata
ChronoscreenTM Platform per- mette di tracciare, misurare e analizzare se i prodotti nutra- ceutici siano effettivamente in grado di influenzare positiva- mente la fisiologia dell’organi- smo, contribuendo a esaltarne le potenzialità e a rafforzarne lo stato di salute. Questo sistema si basa su un modello che utilizza come riferimento una specie di nematodi (vermi) Caenorhab- ditis elegans. Il loro corpo trasparente può essere schemati- camente rappresentato come suddiviso in tre livelli principali; un livello epidermico, un livello intestinale e un livello di musco- latura, con intercalati tra di essi altri sistemi quali il sistema ner- voso riproduttivi.
Pur se caratterizzati da una struttura fisica completamente differente da quella degli orga- nismi superiori, la presenza di un apparato muscolare, di un seppur primitivo sistema nervo- so e l’osservazione che questi nematodi hanno dimostrato la capacità di riconoscere e reagire ai cambiamenti e/o a stimoli esterni, ha suggerito ai ricercatori la possibilità di utilizzarli come modello di riferimento per valutare le attività delle sostan- ze testate come potenzialmente sovrapponili all’essere umano.
Inoltre, a causa delle loro di- mensioni ridotte, questi nema- todipossonoesseremantenuti in laboratorio senza la necessità di adottare particolari sistemi di controllo, rendendoli quindi facilmente disponibili come mo- delli di studio utilizzabili in svariati ambiti di ricerca.
Il sistema analitico brevettato è stato fondato proprio su questi presupposti. L’estensione della durata della sperimentazione con questo sistema ha inoltre dimostrato che gli ingredienti testati manifestano effetti positivi anche sull’invecchiamento cellulare. La cosa non dovrebbe sorprendere, se si considera la stretta relazione che lega i fenomeni di invecchiamento cellulare agli stress infiammatori e ossidativi cui l’organismo viene esposto. Nella prima parte di questo articolo abbiamo infatti sottolineato come l’azione della Salvia a contrasto di tali meccanismi di stress fosse già nota sin dai tempi antichi. La conferma ottenuta dalla sperimentazione e la considerazione che i fenomeni chimici alla base di questi meccanismi sono certamente sovrapponibili per le varie specie animali sono certamente un ottimo punto di partenza per poter ipotizzare che il prodotto possa effettivamente essere efficace anche sull’uomo.
Meccanismo d’azione
Ma qual è il vero meccanismo d’azione? Studi scientifici han- no identificato 6 principali meccanismi in grado di influenzare l’attività fisiologica a livello delsistema nervoso centrale: peptide beta-amiloide, recettori colinergici, neurotrofici, antinfiammatori, ansiolitici/antidepressivi e antiossidanti (Lopresti et al., 2017). Per quanto attiene il meccanismo che coinvolge i neurotrasmettitori, con riferimento all’acetilcolina, l’estratto di Salvia ha dimostrato una forte efficacianel prolungarne l’attività a livello delle sinapsi inibendo l’azione dell’acetilcolinesterasi, enzima deputato alla sua degradazione. Poiché l’acetilcolina è diretta- mente coinvolta nei meccanismi cerebrali direttamente correlati all’attenzione, allo stimolo della memoria e agli stati emotivi as- sociati alla motivazione dell’individuo, il rallentamento della sua degradazione porta a un naturale stimolo e potenziamento di tali funzioni, evidenziati dagli studi clinici precedentemente citati. Oltre all’acetilcolina ci sono altri 4 neurotrasmettitori coinvolti nel ruolo della cognizione: norepinefrina (attività cognitiva e memo- ria), dopamina, GABA (azione calmante) e serotonina.
Lo studio condotto da Sibelius TM (Fig. 3) dimostra:
– un significativo incremento delle performance cognitive in individui adulti nell’arco di un’ora dalla somministrazione.
– Miglioramento della memoria secondaria, della precisione e concentrazione.
– Risultati significativi sia in indi- vidui giovani che adulti.
È noto che l’associazione di una corretta alimentazione e uno stile di vita sano a un mirato utilizzo delle piante medicinali, il cui tradizionale uso è ora sem- pre più supportato dalla scienza e dalla ricerca, gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e gestione di malattie croniche (McEwen, 2020).
Sotto questo aspetto la Salvia, oltre agli effetti positivi “a breve termine” precedentemente citati, anche grazie alle altre proprietà cui abbiamo
accennato (antinfiammatoria e antiossidante in primis) può inoltre giocare un ruolo impor- tante anche nella prevenzione di malattie neurodegenerative e sui disturbi cognitivi a esse correlate.
Possiamo certamente concludere affermando che con la Salvia non ci troviamo di fronte a una semplice “spezia” per la bontà della nostra tradizione culinaria, ma di fronte un potenziale rimedio di cui possiamo sfruttare i benefici in campo fisiologico a 360 gradi. Fondamentale, come sempre, che lo sguardo sui prodotti proposti venga sempre più indirizzato alla qualità ed efficacia e, ove possibile, alle evidenze scientifiche portate a loro supporto.
Articolo Natural 1: * Gianluca Bonsanto ** Roberto Cerutti