Studi recenti hanno riscontrato che l’azione antidepressiva dello zafferano, per quanto riguarda le situazioni cliniche meno gravi, è paragonabile a quella di un noto farmaco in commercio da tempo.
Lo Zafferano deriva dagli stigmi essiccati di un fiore, il Crocus Sativus L., una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Iridaceae originaria dei Paesi orientali ma che fiorisce anche nella nostra penisola.
I fiori hanno un colore viola chiaro e gli stigmi sono arancioni.
La parte farmacologicamente attiva della pianta si trova negli stigmi.
Sono state ormai scientificamente dimostrate le sue proprietà ansiolitiche e antidepressive, evidenziando la sua efficacia nel trattamento dei lievi disturbi dell’umore.
Rappresenta la spezia più costosa al mondo dato che per ottenere mezzo chilo di zafferano occorrono più di cinquanta mila fiori.
I composto chimici responsabili dell’azione biologica dello zafferano sono tre:
- la crocina, l’elemento che conferisce il colore giallo dello zafferano
- la picocrocina, l’elemento responsabile del gusto dello zafferano
- il safranale, contenuto in un olio essenziale, responsabile dell’odore dello zafferano.
La loro azione combinata rende lo zafferano un ansiolitico e un antidepressivo naturale, oltre ad incrementare la memoria e l’apprendimento.
Come ci ricorda il Dottor Giovanni Marcuccilli, attenzione però, a causa della sua capacità di stimolare le contrazioni uterine, quindi di esercitare un’attività abortiva, l’utilizzo dello zafferano è controindicato nelle donne in gravidanza, a scopo precauzionale è da evitare anche nelle madri che stanno allattando al seno.
In tutti gli altri casi, lo zafferano può rappresentare un approccio efficace, sicuro e facilmente gestibile per chi voglia migliorare il proprio umore senza farne una malattia.